Le soluzioni dell’esame di avvocato 2017, atto giudiziario in materia di diritto penale 14/12/2017
All’uscita di una discoteca Tizio, già condannato con sentenza irrevocabile per i delitti di rapina aggravata commessa nel 2009 e di furto commesso nel 2015, urta involontariamente Caio che, per tutta risposta reagisce colpendolo al viso ne nasce tra i due una violenta colluttazione nel corso della quale Tizio, afferrato all’improvviso un tubo di ferro rinvenuto casualmente a terra, colpisce Caio più volte alla testa. Caio si accascia a terra privo di sensi, cominciando a perdere molto sangue, mentre Tizio si allontana per andarsi a sedere poco più in là.
Trasportati entrambi al più vicino al più vicino nosocomio, mentre a Tizio vengono diagnosticate plurime ecchimosi a Caio vengono diagnosticate alcune ecchimosi, anche una ferita lacerocontusa alla regione temporale sinistra nonché la frattura dell’avambraccio destro e del setto nasale, con prognosi riservata.
Sottoposto a procedimento penale, Tizio viene condannato per il delitto di tentato omicidio con recidiva specifica infraquinquennale alla pena di anni 15 così determinata: pena base anni 9 aumentata di anni 6 per la recidiva.
Il candidato assunte le vesti del legale di Tizio, rediga l’atto di appello avverso la sentenza di condanna.
1) Sussistenza della causa di giustificazione di cui all’art. 52 c.p.
Art. 52 c.p. – Legittima difesa.
Il candidato valorizzando gli elementi di fatto indicati nella traccia, potrebbe scegliere di argomentare l’atto d’appello sostenendo la sussistenza della configurabilità della scriminante della legittima difesa di cui all’art. 52 c.p. (ad esempio evidenziando che è stato proprio Caio ad aggredirlo a fronte di un contatto involontario di Tizio).
2) Riqualificazione del reato contestato in lesioni personali colpose ex art. 590 c.p.
Art. 590 c.p. – Lesioni personali colpose;
Art. 55 c.p. – Eccesso colposo.
Sulla base di quanto descritto nella traccia, appare ragionevole ipotizzare una strategia difensiva, anche in subordine alle predette argomentazioni, a sostegno di un eccesso colposo nella legittima difesa.
L’elemento soggettivo della colpa si radicherebbe, infatti, nella fase esecutiva della condotta, in particolare in un cattivo controllo dei mezzi esecutivi che ha comportato un risultato più grave di quello voluto da Tizio.
3) Riqualificazione del reato contestato in lesioni personali ex artt. 582 e 583 c.p.
Art. 582 c.p. – Lesione personale;
Art. 583 c.p. – Circostanze aggravanti;
Art. 56, III comma, c.p. – Desistenza volontaria.
Anche tali argomentazioni appaiono convincenti se supportate da due ordini di motivazioni: l’assenza del dolo di omicidio e la volontaria desistenza da parte di Tizio nel momento in cui Caio si accascia a terra privo di sensi.
Ex multis: Cass. Sez. I 10.07.2017, 35091: La direzione non equivoca indica non un parametro probatorio bensì un criterio di essenza e deve essere intesa come una caratteristica oggettiva della condotta, nel senso che gli atti posti in essere devono di per sé rivelare l’intenzione dell’agente.
4) Sussistenza delle attenuanti comuni di cui all’art. 62, n. 2 e n. 5.
Art. 62 c.p. – Circostanze attenuanti comuni.
Nella vicenda in esame nella stesura dell’atto d’appello il candidato potrebbe richiedere la concessione delle attenuanti ad efficacia comune della provocazione e quella del concorso della persona offesa nella determinazione dell’evento lesivo, argomentandole sulla base della dinamica in cui si è svolta la vicenda, e soprattutto sulla condotta provocatoria di Caio al gesto involontario di Tizio.
5) Insussistenza della recidiva
Art. 99 c.p. Recidiva.
Questo motivo deve essere diversamente declinato, a seconda che il giudice adito accolga:
- il motivo numero 2), essendo l’ 590 c.p. punibile a titolo di colpa.
- il motivo numero 3). In tale ipotesi, per far cadere la recidiva occorre argomentare sulla base del dato fattuale. Di conseguenza, bisogna affermare che i precedenti penali di Tizio non incidono in alcun modo sul disvalore penale del fatto e sulla capacità a delinquere del soggetto agente.
- il motivo numero 4), propendendo così per un giudizio di prevalenza o equivalenza delle attenuanti sulla recidiva.
6) Riduzione della pena
È preferibile, vista la gravità della pena inflitta, argomentare circa la riduzione della pena perché troppo afflittiva.
Conclusioni
Sulla base di quanto fin qui detto, il candidato potrebbe concludere chiedendo:
– l’assoluzione del reato a lui ascritto perché il fatto non costituisce reato ex art. 530 c.p.p., per la presenza della causa di giustificazione di cui all’art. 52 c.p.;
– la riqualificazione del delitto di tentato omicidio in lesioni personali colpose ex art. 590 c.p., derivanti dall’ colposo nella legittima difesa;
– la riqualificazione del fatto in quello di lesioni personali ex artt. 582 e 583 c.p.;
– la concessione delle attenuanti di cui all’art. 62, nn. 2 e 5 c.p.;
– l’insussistenza della recidiva di cui all’art. 99 c.p.;
– in estremo subordine, la riduzione della pena.